La chiesa di San Michele Arcangelo di Gaium è situata sulla sponda destra del fiume Adige, lungo una delle principali chiavi di accesso alla pianura veronese non lontano dalla Rocca di Rivoli e della Chiusa Veneta.
L'area è stata protagonista di indagini archeologiche effettuate nel 2009, eseguiti dalla Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto. Esse hanno permesso di studiare l’evoluzione del complesso ecclesiastico, portando alla luce tre fasi: la fondazione in età Romanica, le trasformazioni nel 1400 e l'ampliamento nel 1562. Qui sostarono arcivescovi, patriarchi e vescovi, il 4 dicembre 1563, di ritorno dal Concilio di Trento, fra essi San Carlo Borromeo.
La prima fase di fondazione vede la presenza della fabbrica romanica con navata principale mono absidata e una laterale lungo il fianco nord chiusa ad est dal campanile. Nella seconda fase ci fu un ampliamento architettonico risalente al XV secolo che ha comportato la demolizione dell’abside romanica e la costruzione di un presbiterio più profondo e di una nicchia con altare.
L’ultima fase vide la ristrutturazione promossa dalla famiglia locale dei Conti Gaioni nel 1562 documentata da memoria scritta del figlio Don Pietro Gaioni. All’interno la tomba di famiglia. Lo scavo ha riportato alla luce il perimetro della chiesa cinquecentesca composta da un’unica aula con abside. La struttura sostanzialmente rimase invariata: subì un ampliamento a sud e venne dotata di quattro altari laterali e un altare maggiore. Resti appartenenti alla casa canonica ipotizzano la sua estensione sul lato nord ed est del campanile.
La chiesa venne danneggiata del bombardamento del 21 novembre 1944. Tra il 1946 ed il 1951 l’edificio fu restaurato ad opera della Soprintendenza e le strutture superstiti sono: la sagrestia che si rivelò essere la chiesa d'origine antica e la torre campanaria d'epoca romanica.